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Sword of the Demon Hunter: Kijin Gentosho Recensione

Sword of the Demon Hunter: Kijin Gentōshō è un manga seinen scritto da Moto’o Nakanishi e illustrato da Yū Satomi, basato sull’omonima light novel. La serie è pubblicata da Futabasha a partire dal 2021 ed un adattamento Anime è realizzato dal 2025.

Sword of the Demon Hunter è una storia di demoni ambientata nel periodo Edo e segue le vicende di Jinta, un ragazzo da un’infanzia travagliata che dovrà vendicare la sua amata cercando la sorella che l’ha assassinata, un anime storico, fantasy e abbastanza crudo.

TRAMA

In un Giappone immerso nell’era Edo, tra montagne nebbiose e villaggi isolati dal tempo, si nasconde una realtà che gli uomini comuni ignorano: un mondo in cui spiriti maligni, demoni e divinità camminano ancora sulla terra, nascosti nelle ombre della civiltà nascente. In questo contesto si colloca la storia di Jinta, un giovane umile ma risoluto, la cui vita è destinata a intrecciarsi con i fili invisibili del soprannaturale e del destino.

Jinta è un orfano che, insieme alla sorellina Suzune, trova rifugio nel remoto villaggio di Kadono, un luogo avvolto da un’aura misteriosa, dove la spiritualità permea ogni aspetto della vita.
Kadono non è un villaggio qualsiasi: sorge ai piedi di un’antica montagna sacra e ospita il santuario dell’Itsukihime, una figura femminile ereditaria, venerata come intermediaria tra il mondo degli uomini e quello degli spiriti.
La Itsukihime attuale è Shirayuki, una giovane sacerdotessa dotata di uno sguardo tanto dolce quanto determinato, che ha conosciuto Jinta fin da bambina. Quando Jinta viene scelto come suo guardiano, inizia per lui un percorso che non è solo fatto di spade e combattimenti, ma anche di sacrifici e responsabilità spirituali. La sua arma non è una semplice katana: è una lama forgiata con rituali segreti dai fabbri di Kadono, capace di trafiggere la carne dei demoni, normalmente intangibili alle armi umane.
Ma la pace nel villaggio è fragile. Demoni antichi si stanno risvegliando e strane presenze iniziano ad aggirarsi nei boschi. Ogni attacco sembra essere collegato a un’antica profezia, scritta con inchiostro di sangue su pergamene ormai dimenticate, che parla del “Ritorno dell’Oscurità” e di un uomo destinato a camminare tra i secoli, portando una spada che divide i mondi.

Con l’inizio della minaccia, Jinta scopre che il suo ruolo è molto più ampio di quanto immaginasse. La spada che impugna è un artefatto sacro, legato non solo alla Itsukihime, ma anche al ciclo stesso della reincarnazione e alla lotta millenaria tra le forze del caos e quelle dell’ordine. Dopo una tragedia che sconvolge il villaggio e lo separa da Shirayuki, Jinta viene trasportato — non si sa se per volontà divina o maledizione — in un viaggio attraverso le epoche, dai campi di battaglia medievali fino all’era moderna.
Nel suo viaggio temporale, Jinta attraversa epoche in cui il mondo cambia, ma i demoni trovano sempre nuove forme per esistere.

Sword of the Demon Hunter: Kijin Gentosho RECENSIONE

Sword of the Demon Hunter: Kijin Gentōshō è un’opera che sorprende per la sua profondità narrativa e l’ambizione tematica.
A prima vista potrebbe sembrare uno dei tanti manga o light novel giapponesi incentrati sulla lotta contro demoni e spiriti maligni, ma sin dalle prime pagine si percepisce che l’obiettivo dell’autore non è solo quello di costruire uno shōnen d’azione o una saga soprannaturale, bensì un viaggio filosofico sull’identità, il tempo e la memoria.

Uno dei punti di forza più evidenti è l’impianto narrativo strutturato su più epoche storiche. Il protagonista, Jinta, non è un eroe tradizionale, ma un guardiano tragico, un’anima in cammino attraverso i secoli. Il modo in cui la storia lo porta a viaggiare nel tempo non è solo un espediente per variare l’ambientazione, ma diventa la metafora perfetta per il senso di perdita e di trasformazione.

La storia non si limita a farlo combattere demoni sempre più forti, ma lo costringe ad affrontare anche il peso delle vite passate, delle persone amate e perdute, dei ricordi che si affievoliscono mentre il tempo si dilata. C’è una malinconia sottile che attraversa l’intera opera, qualcosa che la rende più simile a una tragedia epica che a un semplice racconto d’azione.

Dal punto di vista stilistico, l’opera riesce a equilibrare con maestria l’azione visivamente dinamica con momenti di profonda introspezione.
Le scene di combattimento sono intense, ma mai gratuite: ogni scontro ha una valenza simbolica, legata al passato dei personaggi o alle loro convinzioni. La spada che Jinta impugna diventa quasi un’estensione del suo spirito, e ogni nemico affrontato è, in fondo, uno specchio dei suoi dubbi e delle sue paure.

Un altro aspetto riuscito è la rappresentazione del soprannaturale, profondamente radicata nella spiritualità giapponese. I demoni non sono solo creature mostruose, ma manifestazioni di emozioni, rancori e desideri antichi.
Allo stesso modo, le Itsukihime non sono semplici sacerdotesse, ma figure archetipiche, incarnazioni del legame tra umano e divino. L’autore riesce a evocare un’atmosfera densa, quasi mistica, facendo uso di simbolismi legati alla natura, alle stagioni e ai riti ancestrali.

Dal punto di vista dei personaggi secondari, l’opera è un po’ più discontinua. Alcuni comprimari risultano ben scritti e memorabili, mentre altri sembrano funzionare più come funzioni narrative che come individui completi.
Tuttavia, è comprensibile considerando l’estensione temporale della trama e la complessità del mondo costruito. Il legame ricorrente tra Jinta e le reincarnazioni della Itsukihime, però, è toccante e offre un filo rosso emotivo che tiene insieme tutto il racconto.
In conclusione, Sword of the Demon Hunter: Kijin Gentōshō è anime sorprendentemente maturo, capace di fondere elementi di fantasy, storia e filosofia in un racconto coerente e affascinante.

TRAILER

Trailer della Prima Stagione di Sword of the Demon Hunter: Kijin Gentosho

INFORMAZIONI

L’Anime è andato in onda in questo modo:

Stagione 1 – Sword of the Demon Hunter: Kijin Gentosho  – Episodi 24 – 02 Aprile 2025

Durata episodi 24 minuti

Finale NO – L’Anime è in corso.

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In poche parole..
Consigliato a chi piacciono gli anime storici, Sword of the Demon Hunter non è un titolo per tutti, ma chi è disposto ad abbracciare il suo ritmo riflessivo e la sua narrazione stratificata, troverà in questa serie un’esperienza profonda e appagante. È un viaggio che parla di tempo, di identità e del coraggio di portare avanti la propria missione anche quando tutto il mondo cambia
Pro
  • Ambientazione storica fantasy molto accurata
  • Trama matura e personaggio principale ben costruito
  • Inizio davvero travolgente
Contro
  • Personaggi secondari non proprio accurati
  • Alcune informazioni importanti sembra che si perdano negli episodi iniziali
7.7
Buono

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